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Usa battono la Cina, sono i primi partner commerciali della Germania

Usa battono la Cina, sono i primi partner commerciali della Germania

Nel primo trimestre 2024 scambi a 63 miliardi, Pechino cede a 60

PECHINO, 09 maggio 2024, 16:36

Redazione ANSA

ANSACheck

. © ANSA/AFP

La Cina allo stato non è più il primo partner commerciale della Germania: nei trimestre d'apertura del 2024, gli Usa hanno superato la Repubblica popolare con volumi di scambi, tra export e import, saliti a 63 miliardi di euro contro quasi 60, secondo i calcoli di Reuters fatti sui dati ufficiali dell'Ufficio federale di statistica e postati sul suo sito.

Nel 2023 la Cina è rimasta al primo posto per l'ottavo anno di fila con volumi pari a circa 253 miliardi di euro e un vantaggio ridottosi a poche centinaia di milioni di euro sugli Usa. Sul trend pesano un riorientamento motivato geopoliticamente e la solidità dell'economia Usa. 

 In altri termini, la Germania si "allontana dal rivale di sistema Cina verso un partner transatlantico", ha affermato Jurgen Matthes, dell'Istituto tedesco di economia di Colonia (Iw). Ciò è probabilmente dovuto anche al fatto che la performance economica del Dragone si sta sviluppando peggio di quanto molti sperassero, mentre quella Usa sta andando oltre le aspettative.
Grazie alla forza dell'economia americana, le esportazioni tedesche hanno continuato ad aumentare, mentre sono calate quelle per la Cina, insieme alle importazioni, ha osservato Vincent Stamer, economista di Commerzbank.

"La Cina è salita nella catena del valore e produce adesso sempre più beni più complessi che in precedenza importava dalla Germania", ha aggiunto Stamer, per il quale le aziende tedesche "producono sempre più localmente invece di esportare le merci dalla Germania alla Cina". Le tensioni geopolitiche - come la disputa su Taiwan, rivendicata da Pechino come parte "inalienabile" del suo territorio - potrebbero rafforzare ulteriormente questa tendenza.

Anche se, quanto agli Stati Uniti, pende l'incognita delle presidenziali Usa: un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe colpire pesantemente i flussi commerciali tra Usa e d Europa. "Se l'amministrazione cambiasse dopo le elezioni americane di novembre e si muovesse maggiormente verso l'isolamento del mercato, questo processo potrebbe arrestarsi", ha osservato Dirk Jandura, il presidente della Bga, l'Associazione del commercio estero. 

Cina: surplus di aprile a 72,35 miliardi, export a +1,5%

 La Cina ha registrato ad aprile un surplus commerciale di 72,35 miliardi di dollari, sotto i 76,6 miliardi attesi alla vigilia dagli analisti e gli 86,46 miliardi di aprile 2023.
L'export, in base alle Dogane cinesi, ha avuto un rialzo in sostanziale linea con le attese a +1,5%, a fronte del -7,5% di marzo, mentre l'import è salito dell'8,4% a fronte di stime a +4,8%, invertendo il calo dell'1,9% accusato nel mese precedente. Pur tra dati ancora contrastanti, nei primi quattro mesi del 2024 il surplus si è attestato a 255,66 miliardi grazie all'export salito dell'1,5% (a 1.100 miliardi) e all'import del 3,2% (a 843,91 miliardi). 

 Export e import sono tornati a tornati a crescere in Cina ad aprile dopo la brusca frenata di marzo, segnalando un miglioramento sia della domanda interna sia di quella estera, mentre Pechino è alle prese co numerose sfide nel tentativo di sostenere un'economia traballante. I dati suggeriscono che le misure di sostegno degli ultimi mesi potrebbero contribuire a stabilizzare la fragile fiducia degli investitori e dei consumatori, anche se no è chiaro se il rimbalzo del commercio sia sostenibile. La ragione, infatti, è che i valori delle esportazioni sono tornati a crescere, ma ciò è dovuto principalmente a una base di confronto più bassa.

Pechino, del resto, ha problemi con l'inflazione al consumo, i prezzi alla produzione e i prestiti bancari, ancora incerti. E la prolungata crisi immobiliare continua a rappresentare un freno alla fiducia generale, stimolando la richiesta di maggiori stimoli all'economia. Il balzo dell'import di aprile, per altro verso, potrebbe non essere tutto legato alla domanda interna, come dimostrato dall' accumulo di beni da parte delle imprese.

Lo yuan si è deprezzato meno finora tra tutte le principali valute asiatiche, segnalando che i produttori cinesi stanno rafforzando le scorte di materie prime prima che i prezzi salgano. L'agenzia di rating Fitch ha tagliato a negativo lo scorso mese l'outlook sul rating del credito sovrano della Cina, citando i rischi per le finanze pubbliche a causa del rallentamento della crescita e dell'aumento del debito pubblico.

Il Politburo del Partito comunista, il massimo organo decisionale, ha dichiarato ad aprile che intensificherà il sostegno all'economia con una politica monetaria prudente e politiche fiscali proattive, anche attraverso tassi di interesse e coefficienti di riserva bancaria. Pechino ha fissato un obiettivo di crescita per il 2024 di "circa il 5%", tra i più bassi degli ultimi 30 anni, al netto della pandemia del Covid-19. 

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